La perdita di capelli, chiamata anche calvizie, è una condizione che colpisce entrambi i sessi indistintamente, sebbene sia meno frequente nel genere femminile: si stima, infatti, che l’alopecia androgenetica colpisca l’80% degli uomini, il 35% delle donne in età fertile ed il 50% di quelle in menopausa.
Durante gli anni sono state effettuate molte ricerche specialistiche, ma le cause della perdita dei capelli rimangono tuttora sconosciute, sebbene nel diidrotestosterone si sia individuato il principale responsabile della calvizie nell’uomo. Il diidrotestosterone, comunemente identificato anche con la sigla DHT, è una molecola che sembra essere strettamente correlata all'insorgenza dell’alopecia androgenetica. Il Diidrotestosterone è un derivato del testosterone, risultato della conversione grazie all'enzima 5-alfa-reduttasi, e la sua azione sui follicoli è particolarmente dannosa: la miniaturizzazione follicolare porta all’atrofia del bulbo terminando in modo definitivo il ciclo di crescita del capello.
In questo articolo tratteremo di cos'è il deidrotestosterone, di come influenza la crescita e la caduta dei capelli e di come sia necessario intervenire per tempo per evitare il cronicizzarsi di un problema.
Il DHT è un ormone androgeno steroideo (il termine deriva dal greco “andro”, maschile) prodotto dalle gonadi. Gli androgeni sono responsabili dei tratti biologici che caratterizzano i maschi – come ad esempio voce profonda e massa muscolare sviluppata. Il testosterone viene convertito nella sua forma attiva, il DHT, grazie a specifici enzimi: si stima che circa il 3% del testosterone divenga DHT.
Il diidrotestosterone durante lo sviluppo fetale gioca un ruolo di primaria importanza nello sviluppo del pene e della prostata, ma sostiene anche lo sviluppo dei cosiddetti caratteri sessuali secondari, come l'abbassamento del tono della voce, la crescita di peli facciali e corporei, la stempiatura e la secrezione sebacea. Il diidrotestosterone è inoltre importante a livello psicologico, per la comparsa dello stimolo sessuale. Un suo eccesso è deleterio sui follicoli sensibili poiché lo miniaturizza portandolo all'atrofia completa e quindi alla cessazione di ogni attività produttiva e alla calvizie
Il ruolo del DHT è piuttosto sfaccettato e non si limita solamente ai capelli: questo metabolita è coinvolto anche nell'iperplasia prostatica benigna e nel cancro alla prostata.
A seguire alcune informazioni specifiche su alcuni punti chiave che riguardano il DHT:
La calvizie o alopecia androgenetica colpisce i capelli sulle tempie e sulla nuca che diventano via via più sottili fino alla totale caduta.
Prima di comprendere come avviene la caduta è opportuno comprendere nel dettaglio il ciclo di crescita dei capelli sani, che si può dividere in tre fasi distinte:
Durante le calvizie i follicoli lentamente si atrofizzano e la fase anagen è sensibilmente ridotta, portando ad una riduzione dell’allungamento dei capelli. Nello stesso tempo, la fase telogen si allunga. Questo ciclo alterato diventa man mano più evidente durante la fase telogen.
Col passare del tempo la fase anagen diventa così breve da non permettere al capello nemmeno di spuntare sulla superficie della pelle.
La miniaturizzazione dei follicoli causa un assottigliamento progressivo della chioma ad ogni ciclo di crescita. La graduale atrofia del follicolo porta, nelle fasi terminali, a peli vellus. Questi peli corti, sottili e soffici sono gli stessi che hanno i bambini che scompaiono durante la pubertà in risposta agli androgeni.
La capigliatura cresce continuamente senza la presenza del DHT, a differenza dei peli delle ascelle, dei peli pubici e della barba che non potrebbero esserci senza la presenza degli androgeni.
Si ritiene che il DHT si leghi ai recettori androgeni dei bulbi piliferi della testa e, attraverso un meccanismo non pienamente conosciuto, innesca geneticamente la miniaturizzazione dei recettori portando all’atrofizzazione del bulbo.
A riprova di ciò, i ricercatori hanno scoperto che sia i follicoli che la pelle di uno scalpo calvo contengono un livello molto più alto di diidrotestosterone della norma.
Gli studi finora condotti, però, non riescono a far luce sul perché gli effetti del DHT siano più evidenti su alcuni soggetti piuttosto che su altri. Potrebbero essere coinvolti alcuni dei seguenti meccanismi:
Il diidrotestosterone è un ormone intrafollicolare fondamentale nella coordinazione del ciclo vitale del capello. È noto che il DHT ha un’attività maggiore di circa cinque volte al normale testosterone. Tuttavia la quantità di DHT nello scalpo è minore se comparato ad i livelli della prostata.
Rimangono tuttora sconosciuti come questi livelli siano controllati e perché cambino.
Esiste un’enzima che regola la conversione del testosterone in diidrotestosterone: il 5-alfa reduttasi (5α-R). Quando si verifica un aumento del 5α-R nel corpo, ci sarà un aumento nella quantità di testosterone che verrà trasformato in DHT con conseguente caduta di capelli.
Ci sono ben due versioni del 5α-reduttasi: il tipo 1 ed il tipo 2. Il tipo 1 si trova principalmente nelle ghiandole sebacee che producono il lubrificante naturale della pelle, il sebo. Il ruolo del 5-alfa-reduttasi di tipo 1 è ancora sconosciuto.
Il Tipo 2, invece, è il principale responsabile della perdita di capelli e si trova principalmente nel tratto genito-urinario e nei follicoli dei capelli.
I farmaci utilizzati per l’inibizione del DHT aumentano l’afflusso di sangue ai follicoli e diminuiscono la produzione di quest’ormone da parte dell’organismo. La soluzione migliore per mitigare gli effetti del DHT, però, sta nel riequilibrare il sistema ormonale in maniera naturale e non aggressiva, ad esempio mediante una alimentazione sana ed equilibrata. L’inibizione chimica del deidrotestosterone tramite farmaci potrebbe portare ad effetti collaterali non desiderati ben più gravi della caduta di capelli.
Per un’efficace azione di prevenzione contro la caduta dei capelli non è indicato inibire chimicamente il DHT ma può essere utile cercare di regolarizzare il ciclo di ricrescita dei capelli e favorire una corretta pulizia della cute, grazie a prodotti appropriati e non aggressivi, insieme ad alcune accortezze igieniche.
Nel catalogo dell’Istituto Dermes è possibile trovare quindi una serie di specifici trattamenti e prodotti in grado di ristabilire il corretto equilibrio idrolipidico su tutto il cuoio capelluto.
I trattamenti dell’Istituto Dermes che risultano utili a tale scopo sono:
Per la fase igienica, il prodotto maggiormente efficace per contrastare la caduta dei capelli è il Rigen Hair, un siero biologico sviluppato dall'associazione di eccellenti materie prime di derivazione naturale, capace di rilasciare con regolare continuità piccole concentrazioni di principi attivi e nutrire i bulbi piliferi, stimolando la crescita dei capelli e rafforzandone le strutture.